Il gioco d’azzardo patologico (GAP) rientra nelle “nuove dipendenze o new addiction” in cui non è implicato l’intervento di una sostanza chimica che agisce sull’organismo bensì l’oggetto della dipendenza è un comportamento o un’attività lecita e/o socialmente accettata. Il gioco d’azzardo patologico è classificato dal DSM-IV-TR come “Disturbo del controllo degli impulsi non classificati altrove”, ovvero persone con storia di abitudine al gioco d’azzardo (“gambling”) nelle sue varie forme, da quelle dei classici giochi da lotteria e delle tradizionali scommesse sportive, lotterie a vincita immediata, gratta e vinci, sale bingo, sale slot a quelle più recentemente introdotte che coinvolgono, come ulteriore fattore di rischio, l’elemento tecnologico on-line[1].

Ma vediamo alcuni dati. Secondo le stime dell’OMS “le ‘new addiction’ come il gioco d’azzardo patologico saranno le dipendenze del futuro”. Attualmente circail 3% degli adulti e dal 3 al 5% dei giovani risulta avere un vera e propria dipendenza da gioco d’azzardo[2]. Negli ultimi anni, infatti, il volume del gioco d’azzardo in Italia ha avuto un andamento crescente, a ritmi che non hanno ceduto affatto alla crisi economica. Ricerche internazionali affermano che circa l’80% popolazione generale, di età compresa tra i 15 e i 64 anni, gioca o ha giocato d’azzardo. I numeri sono così alti, si tratta in totale di 17 milioni di persone, da poter parlare di vera e propria epidemia sociale, in crescente aumento in tutta Europa, che condiziona molte famiglie italiane[3].

Il gioco d’azzardo fa parte dei giochi di alea ovvero quei giochi in cui è presente una forte componente di rischio. Inizialmente è proprio questo rischio ad attirare il giocatore. Sensazione di benessere data dall’adrenalina e dai soldi facili sono molto allettanti. Non sempre si sviluppa una vera e propria dipendenza, esistono dei criteri ben definiti per distinguere un giocatore occasionale da uno abituale, ma a volte possono innescarsi meccanismi a spirale dai quali è difficile uscire. Il giocatore inizia a sentire il bisogno di giocare più volte e somme più alte, non riesce a smettere di giocare nonostante i ripetuti tentativi, inoltre, questi tentativi provocano forte ansia e frustrazione in lui. Le sue attività cominciano ad essere ripetitive, finalizzate alla prossima giocata o a come procurarsi i soldi da giocare. Da lì a poco cominciano a deteriorarsi anche le relazioni sociale e affettive del giocatore che avrà problemi sia in ambito lavorativo, scolastico, familiare, nonché economico. Il primo intervento è la richiesta di aiuto da parte del soggetto interessato, o di una persona a lui vicina, senza questa motivazione primaria sarà molto difficile intervenire positivamente su un potenziale giocatore patologico. Un altro fattore importante, che può indurre il giocatore a rivolgersi ad un professionista è la perdita della libertà nel giocare. Il gioco diventa una necessità, un obbligo, una costrizione, non si è più liberi di giocare. Come tutte le dipendenze, anche il gambling, necessita di un intervento specialistico per riuscire a uscirne e ristabilire un contatto funzionale con la realtà, attraverso programmi di educazione finalizzati alla remissione dei sintomi[4].

Ultimamente con l’avvento di Internet ed in particolare con le chiusure collegate al COVID sono aumentai in modo esponenziale i giochi on-line, il che apre una nuova finestra sul gioco d’azzardo patologico. La moneta virtuale sempre più frequente ha modificato il modo di giocare e soprattutto di percepire le perdite. Spesso i giochi on-line non hanno chiari regolamenti pertanto la persona si trova poi a dover restituire denaro senza esserne in piena conoscenza.

Nel gioco d’azzardo patologico andrebbero sempre approfonditi tre aspetti: sanitario, sociale e legale.

Dott.ssa Prof.ssa Michela Colarieti


[1] Riferimento: Ministero della Salute 2012

[2] Riferimento: OMS Organizzazione Mondiale della Sanità

[3] Riferimenti: IFC – Istituto di Fisiologia Clinica e CNR – Centro Nazionale delle Ricerche 2012

[4] Rif. Centro GAP – Gioco d’azzardo patologico (Facebook)