Attacchi di panico - Psicologo Roma

ATTACCHI DI PANICO

Palpitazioni, sudorazione, tremori, dispnea, sensazione di asfissia, dolore al petto, nausea, sensazioni di instabilità e sbandamento, derealizzazione o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire, parestesie, brividi o vampate di calore. Questi sono i sintomi tipici dell’attacco di panico che solitamente compaiono inaspettatamente (almeno la prima volta) raggiungendo il picco nel giro di una decina di minuti. È necessaria la presenza di almeno quattro di essi perché si possa diagnosticare un attacco di panico vero e proprio.

Spesso la persona che ne è colpita prova a ‘gestirlo’ mettendo in atto una serie di comportamenti protettivi (ad esempio, inizia a respirare molto rapidamente) che nella maggior parte dei casi peggiorano la situazione amplificando le sensazioni del panico (l’iperventilazione, ad esempio, può peggiorare le sensazioni di vertigine, disorientamento e confusione). E non di rado all’intensa e persistente preoccupazione che l’attacco possa ripresentarsi segue l’evitamento di situazioni (quali ad esempio, luoghi affollati, mezzi pubblici, code, ecc.) in cui non sarebbe disponibile aiuto o da cui sarebbe difficile allontanarsi in caso di attacco (agorafobia).

Anche un solo attacco può sensibilizzare la persona rispetto ai segnali dell’ansia portandola a sviluppare una vera e propria paura della paura. Questo particolare tipo di paura, anxiety sensitivity, porta l’individuo a interpretare come gravemente minacciosi per la propria integrità fisica o mentale i segnali di attivazione neurovegetativa (anche quelli del tutto fisiologici) e dunque a reagire ad essi in modo ansioso. L’ansia che ne deriva spaventa a sua volta la persona avviando un vero e proprio circolo vizioso che può condurla in breve tempo ad un attacco. La paura della paura, insieme agli effetti indesiderati dei comportamenti protettivi, è perciò in buona misura responsabile della comparsa di nuovi attacchi di panico e, in definitiva, dello sviluppo e mantenimento del disturbo. Gli evitamenti contribuiscono a rendere ancora più problematico il quadro e svolgono un ruolo non secondario nel mantenimento del disturbo precludendo di fatto alla persona di verificare, attraverso l’esposizione ad esperienze correttive, la fondatezza delle proprie preoccupazioni.

Gli Attacchi di Panico, sono inaspettati e/o ricorrenti, seguiti da uno o più dei seguenti sintomi: preoccupazione persistente di avere un altro attacco di panico, preoccupazione a proposito delle implicazioni dell’attacco o delle sue conseguenze (ad esempio: perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, “impazzire”, morire, …), significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi, presenza o assenza di agorafobia.