Chi sono i nativi digitali?
Sono bambini, adolescenti, giovani adulti nati dopo il 2000, che vivono in società ad alto contenuto tecnologico, abituati ad usare le nuove tecnologie fin da piccoli per giocare, comunicare, tenersi aggiornati, imparare. Tutto ciò ha modificato radicalmente il modo di concepire le comunicazioni, le interazioni e le relazioni, soprattutto per quella fascia della popolazione, i giovani, che sta crescendo con queste possibilità non come novità ma come condizione di vita.
Internet è diventato oggi uno strumento molto importante per lo studio e per il lavoro. Spesso però viene usato anche per giocare, conoscere e parlare con gli altri, soprattutto con l’uso di facebook, twitter, instagram e altri social-network. L’uso del computer e di internet non è negativo di per sé ma lo diventa l’uso eccessivo. Molti studiosi ritengono che ci siano rischi di dipendenza dal computer e da internet o dai cellulari, se ne abusiamo e se lo utilizziamo come l’unico modo di entrare in relazione con gli altri.
Il termine dipendenza è ormai molto comune nella vita di tutti i giorni. Esiste un tipo di dipendenza sana ovvero quella del piccolo verso la mamma, provate a pensare ad un cucciolo indifeso senza la mamma non sopravvivrebbe. Tuttavia quando la dipendenza diventa cronica nascono i problemi. Si può essere dipendenti da sostanze, da comportamenti e da persone. Le attività in rete che tendono a generare più facilmente la dipendenza sono chat, blog, giochi online, navigazione sul web.
I segnali per capire se si è diventati dipendenti sono:
- Essere totalmente assorbiti dal computer o dal gioco online.
- Incapacità a staccarsi da Internet.
- Quando non si può giocare si manifesta tristezza, poca gioia, irritabilità, stanchezza.
- Ci si ritira dalle relazioni sociali e si preferisce internet alla compagnia degli amici o dei familiari.
Ci sono alterazioni nel comportamento alimentare:
- mancanza d’appetito,
- tendenza a saltare i pasti,
- mangiare fuori pasto,
- mangiare in fretta per correre al computer o telefonino,
- postura sbagliata.
Inoltre il lungo utilizzo porta ad aumentare lo stress, occhi arrossati, mal di testa, mal di schiena, agitazione e le difficoltà di sonno (indagine Peter Pan onlus 2015, un bambino su tre tra gli 11 e i 13 anni soffre di ansia e di sintomi neurovegetativi per l’uso di videogiochi violenti). Inoltre una volta iniziato il gioco è veramente difficile fermarsi perché si è presi dalla partita o perché non si accetta la sconfitta (ricerca del 2014 dell’Istituto di Ortofonologia di Roma fatta su studenti dai 10 ai 19 anni).
Se ci sono questi segnali devo prendere una pausa!
Un altro aspetto importante è il denaro. Molti giochi per essere “sbloccati” o per salire di livello necessitano di bonus a pagamento, sono tantissimi i soldi dietro a questo business.
I consigli per le famiglie sono controllare attentamente il tipo di gioco del proprio figlio, se è solo ricreativo o comincia ad essere problematico. Monitorare le ore che i ragazzi passano davanti a questi dispositivi (non superare le 2 ore). Bloccare o evitare di dare accesso ai soldi per poter acquistare i livelli successivi, dare un budget settimanale o mensile ragionevole.
Per qualsiasi dubbio contattare le strutture deputate alla diagnosi e trattamento di queste problematiche tra cui il CENTRO GAP – GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO che si occupa di gambling ma anche di altre dipendenze.
Dott.ssa Prof.ssa Michela Colarieti