VIOLENZA DI GENERE E MINORI: VITTIME V.A.I. – VIOLENZA ASSISTITA INTRAFAMILIARE

La violenza sulle donne è un tipo di violenza perpetrata (fisica e/o psicologica) basata sul genere, ritenuta una violazione dei diritti umani. È una violenza silente, nascosta, difficile da tirare fuori e da scoprire. Da dati ISTAT (2006) emerge, infatti, che il 93% delle donne che afferma di aver subito violenze dal coniuge ha dichiarato di non aver denunciato i fatti all’autorità. Questo spesso accade per paura. Paura delle conseguenze, paura di una reazione ancor più violenta dell’uomo, paura di non avere diritti e, a volte, compassione e amore per l’aggressore.

La violenza non è solamente fisica, vi è una violenza ancor più subdola quella psicologia che include subordinazione, discriminazione, svalutazione. È molto semplice cadere nella spirale della violenza, ma non è altrettanto facile uscirne. Solitamente l’uomo violento comincia dal basso con una falsa lusinga iniziale, corteggia la donna, si mostra gentile, disponibile e innamorato. Successivamente comincia il suo lavorio, inizia ad essere geloso, possessivo, isolando la donna dalla sua famiglia, dalle sue amicizie, comincia a levarle le risorse, tra cui il lavoro, così da renderla totalmente dipendente da lui. Da qui il passo verso la svalutazione è breve, seguito da minacce e intimidazioni fino ad arrivare alla segregazione vera e propria.

Ora l’uomo violento ha campo libero ed ecco che cominciano i primi maltrattamenti, aggressioni sessuali e se ci sono dei figli dei ricatti veri e propri. Le donne che vivono in questa spirale non riescono ad uscirne poiché non credono di avere la possibilità di farlo, a volte neanche di meritarlo, giungendo molto spesso a “false riappacificazioni” dopo “percosse o le minacce”.

Ovviamente queste non sono tappe obbligate, né devono essere intese come stigma verso il genere maschile, sono solo linee generali estrapolate da ricerche scientifiche. È fondamentale sapere che esiste un modo per uscire dalla spirale: rivolgersi agli organismi preposti tra cui Forze dell’Ordine, Centri Antiviolenza, Professionisti nel campo pronti ad accogliere ed aiutare le donne ad uscire dalla violenza. Basti pensare che ad oggi con l’introduzione della legge n.38 del 23 aprile 2009 anche lo stalking è divenuto reato di “atti persecutori reiterati” (art. 612 bis c.p.).

Ma vediamo quali sono le conseguenze Psicologiche e comportamentali della violenza da parte di un partner sulla donna. L’OMS ci parla di abuso di alcool e droghe, depressione e ansia, disturbo post-traumatico da stress, disturbi psicosomatici, disturbi dell’alimentazione e del sonno, sensi di vergogna e di colpa, fobie e attacchi di panico, passività, bassa autostima, tabagismo, comportamento suicida e autolesionismo.

Tuttavia, le donne non sono le uniche vittime della violenza. Ci sono vittime ancora più fragili: i figli. Questi sono vittime V.A.I.Violenza Assistita Intrafamiliare, silenziosi osservatori di atti di violenza – fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica – contro un elemento della famiglia (nella maggior parte dei casi si tratta di una madre vittima di un partner violento). I figli provano tutti la stessa paura e i danni che ne derivano sono gravidisturbi post traumatici da stress/disturbi acuti da stress, attacchi di panico, sintomi depressivi, ritardi nello sviluppo, somatizzazioni, ridotte capacità empatiche e di coping, bassa autostima e svalutazione di sé, adultizzazione precoce, aggressività, voglia di libertà fisica e morale, rabbia. Questo perché ogni bambino tenta di proteggere sua madre ma il timore ed il senso d’impotenza che provano danno vita ad un forte stress fisico ed emotivo. Non avendo forza fisica, n’è le capacità di farsi ascoltare preferiscono tacere in casa. Al contrario negli ambienti scolastici sono quasi sempre aggressivi, dei piccoli bulli.

Per intervenire in modo efficace è necessario percepire i reali bisogni dei bambini aiutandoli a capire cosa succede loro internamente senza stigmatizzare l’adulto ma riconoscendone le responsabilità.

Dott.ssa Prof.ssa Michela Colarieti

Psicologa Dinamico Clinica

Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale